Durante i sei mesi in cui Israele ha combattuto a Gaza, l’opinione pubblica ha sostenuto in maniera schiacciante lo sforzo bellico, con la stragrande maggioranza degli israeliani che sostiene l’obiettivo di distruggere Hamas e liberare gli ostaggi ancora detenuti nell’enclave. Ma non c’è consenso su come rispondere alla minaccia proveniente dall’Iran, il cui attacco contro Israele nelle prime ore di domenica ha ravvivato i timori che le ostilità che hanno travolto il Medio Oriente dall’attacco di Hamas del 7 ottobre possano degenerare in un conflitto regionale. Un sondaggio condotto questa settimana dall’Università Ebraica di Gerusalemme ha rilevato che il 52% degli israeliani ritiene che il paese non dovrebbe rispondere allo sbarramento di droni e missili – è la prima volta che la repubblica islamica ha preso di mira lo stato ebraico direttamente dal proprio territorio – ma invece di chiudere l’attuale ciclo di ostilità. Gli altri pensano che Israele dovrebbe reagire, anche a rischio di estendere l’attuale round. “Tutti sono d’accordo con gli obiettivi [della guerra di Gaza]. Ma qui vediamo un percorso molto diverso” con l’Iran, ha affermato Nimrod Zeldin, dell’Agam Labs dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che ha condotto lo studio. “L’Iran è più complicato”. Il regime islamico ha lanciato la sua raffica di rappresaglia per il presunto attacco israeliano di questo mese al suo consolato in Siri…
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In una situazione in cui non esiste una risposta chiara e corretta, come dovrebbero i leader bilanciare il rischio di escalation con la richiesta di azione?
@ISIDEWITH3 settimane3W
Ritieni che rispondere con la forza a un attacco sia sempre giustificato o ci sono casi in cui la moderazione è più preziosa?
@ISIDEWITH3 settimane3W
Come ti sentiresti personalmente se il tuo Paese scegliesse di non reagire dopo essere stato attaccato, concentrandosi invece sulla pace?